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Un buon 25 aprile tra i libri

24/04/2015

di Alberto Cavaglion

Anche quest’anno per i nostri tradizionali auguri di buon 25 aprile abbiamo chiesto aiuto a un amico. L’8 aprile è uscita la nuova edizione del libro di Alberto Cavaglion, La Resistenza spiegata a mia figlia. Per gentile concessione dell’autore e dell’editore Feltrinelli, proponiamo alcune pagine tratte dalla nuova premessa – dove Cavaglion torna sul contesto e sui motivi che l’hanno spinto, dieci anni fa, a scrivere questa “lettera per un compleanno” – e quelle dell’ultimo capitolo dedicate a Federico Chabod e al suo libro nato durante la guerra e la Resistenza. I libri sono il filo conduttore del racconto di Cavaglion: l’autore affronta la “missione impossibile” di spiegare alle generazioni più giovani quella “incandescenza che la storia d’Italia acquistò tra il luglio del 1943 e l’aprile del 1945, imprevedibile allora, […] ancora oggi sorprendente, inusuale per adulti che desiderino capire il paese dove vivono”, ricorrendo a “un disordinato passaggio di libri” dalle sue mani a quelle di sua figlia e dei suoi lettori. Con l’auspicio che sia un incontro felice.

Premessa

La prima edizione de La Resistenza spiegata a mia figlia risale all’aprile 2005: suscitò discussioni infinite prima ancora di uscire. Aspre discussioni, legate al fatto che il lavoro, commissionato da una grande casa editrice, una settimana prima di andare in tipografia, con la copertina già pronta, venne restituito al mittente. Nemmeno adesso mi risultano chiare le ragioni del rifiuto. Nel 2005 il dibattito sulla Resistenza era quanto mai anchilosato, procedeva per schieramenti rigidi. Le vittorie elettorali della destra di Berlusconi e Fini causavano il panico tra gli storici dell’Italia contemporanea. Era diffusissima l’abitudine al lamento e al grido di dolore, ma qualcuno che facesse qualcosa per rimediare non lo trovavi. Guaire non basta. Pur a disagio nei panni del padre che “spiega” qualcosa ai figli, mi ero messo a scrivere per reagire a questo stato di cose.

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Archiviato in: Alberto Cavaglion, La città invisibile, Letture Etichettato con: 25 aprile, anniversari, pagine scelte, Resistenza, scuola

In città. Il 7 gennaio visto tra casa e scuola

24/01/2015

di Claudio Pasqual

Le note di Claudio Pasqual questa volta sono dedicate alle  reazioni registrate in città a quanto è accaduto in Francia a inizio anno, in particolare alle discussioni “in uno spazio pubblico ma chiuso”, cioè la scuola: circolari e proclami politici, mail tra genitori, discussioni e “microconferenze” di studenti; e per il giorno della memoria?

La risposta della città ai fatti luttuosi di Parigi mi pare che sia stata piuttosto contenuta. A Venezia c’è stata la manifestazione dell’11 gennaio, in campo Manin, organizzata dall’Alliance Française, ma apparentemente nulla più. Girando per Mestre non ho riscontrato segni tangibili di una qualche reazione. In realtà, una reazione collettiva c’è stata in uno spazio pubblico ma chiuso, il mondo della scuola.

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Archiviato in: Claudio Pasqual, La città invisibile Etichettato con: 7 gennaio 2015, Charlie Hebdo, Mestre, Parigi, scuola, Venezia

Un passatempo di fine anno, con tanti auguri

31/12/2014

di Pergentino Burdizzo

Nei giorni scorsi abbiamo chiesto a qualche amico suggerimenti su come accompagnare i nostri auguri di buon anno. Pergentino Burdizzo ci ha risposto con questa gentile lettera. 

Cari di storiAmestre,

in risposta alle vostre cortesi richieste, ho pensato di mandarvi un bislacco accrocchio in conto passatempo da offrire ai lettori di storiAmestre per le prossime festività, meglio le pagane che le altre: diciamo per le dodici notti. Mi sono ispirato al modo che mi si dice si sia seguito nelle ultime settimane in alcune prove di esame di ammissione al Tfa (Tirocinio Formativo Attivo), vale a dire proponendo un testo cui seguano alcune domande. 

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Archiviato in: La città invisibile, Pergentino Burdizzo Etichettato con: intervento, scuola

Avvisi per i posteri. Dalla Prima guerra mondiale. 18

16/09/2014

di Marco Toscano

Nuovo appuntamento con le letture del nostro amico Marco Toscano intorno alla prima guerra mondiale, e alla guerra in generale.

Cari di storiAmestre,

“Tutti e quattro di diciannove anni, tutti e quattro partiti dalla stessa aula scolastica per andare in guerra”: così, nelle prime pagine di Niente di nuovo sul fronte occidentale di Erich Maria Remarque (1898-1970), il protagonista Paolo Bäumer conclude la prima presentazione di sé e di tre compagni di scuola. Tutti, nella loro classe, erano stati spinti ad arruolarsi volontari da un professore, alla notizia che il proprio paese, la Germania, aveva dichiarato la mobilitazione generale. “Lo vedo ancora davanti a me, quando ci fulminava attraverso i suoi occhiali e ci domandava con voce commossa. «Venite anche voi, nevvero, camerati?»”.

Riprendo in mano il libro lunedì 15 settembre, inizio delle lezioni scolastiche nella maggior parte d’Italia, pensando alla recente notizia che il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il ministro della Difesa hanno firmato un accordo – per ora della durata di tre anni – che affida a militari delle varie armi l’insegnamento nelle scuole dei «valori della democrazia, partendo dalla conoscenza della Costituzione e della “cultura della Difesa”»; e naturalmente nel 2014/15 si approfitterà di una “significativa ricorrenza, quale il centenario della grande guerra”, scritto minuscolo forse per non esagerare in retorica. Altrove ho letto che poi toccherà anche alla “Liberazione” e alla “Resistenza”, pure queste in omaggio agli anniversari tondi. [Per saperne di più…] su di noiAvvisi per i posteri. Dalla Prima guerra mondiale. 18

Archiviato in: Erich Maria Remarque, Letture, Marco Toscano Etichettato con: guerra, prima guerra mondiale, scuola

Gavrilo Princip e l’attentato di Sarajevo nei manuali di storia croati

25/03/2014

di Stefano Petrungaro

Riprendiamo sul sito il tema affrontato nei due recenti incontri organizzati da storiAmestre, in collaborazione con gli Itinerari educativi del Comune di Venezia: “Guerra mondiale, racconti nazionali. La prima guerra mondiale nei libri di scuola”. Pubblichiamo alcune pagine dal volume di Stefano Petrungaro, Riscrivere la storia. Il caso della manualistica croata (1918-2004), uscito nel 2006 in una collana promossa dalla Fondazione Federico Chabod di Aosta, dove si presenta l’evoluzione del racconto dell’attentato di Sarajevo (e dell’identità dell’attentatore Princip) dall’immediato dopoguerra agli anni Novanta del Novecento.

A essere rigorosi, l’evento in questione non appartiene alla storia nazionale croata in senso stretto, poiché si svolge al di fuori dei confini nazionali, l’attentatore non è croato, come non sono croati i principi d’Asburgo vittime dell’attentato; tuttavia, è indubbio il suo ruolo decisivo per la storia della Croazia, confermato infatti dal largo spazio dedicatogli nei manuali esaminati.

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Archiviato in: La città invisibile, Stefano Petrungaro Etichettato con: Gavrilo Princip, Jugoslavia, libri di scuola, prima guerra mondiale, scuola, storiografia

Diario di bordo. Battute da un radiodramma

30/10/2012

di Gigio Brunello

Proponiamo un brano dal radiodramma Diario di bordo, scritto da Gigio Brunello e da lui realizzato con gli studenti, perlopiù stranieri, dell'Istituto professionale e tecnico Luzzatti Gramsci di Mestre nell'anno scolastico 2011-2012; la scenofonia e le riprese sono di Lorenzo Brutti, le musiche originali di Rosa Brunello. La storia si svolge negli ambienti in cui si muovono le vite di ragazzi e ragazze: la loro camera, la scuola (come nel brano che presentiamo), le panchine di un parco. L'introduzione di Brunello descrive l'elaborazione del lavoro, e le condizioni in cui è stato realizzato. Il radiodramma potrà essere ascoltato su Radio 3 il giorno 4 novembre 2012 alle ore 20,30.

PS Il radiodramma è ora disponibile in podcast, presso il sito di Radio 3. (ndr, 5 novembre 2012)

Da sempre ho insegnato italiano e storia agli adulti dei corsi serali delle scuole superiori, poi nel 2010 ho chiesto trasferimento al diurno. Tra i ragazzi, mi sono trovato in una realtà del tutto nuova che ho scoperto viva, vivace, tragica e comica. Nel corso dell’anno scolastico 2011-2012 ho messo su un corso di teatro; il progetto era quello di lasciare tracce di questa vita quotidiana, tra dentro e fuori la scuola, coinvolgendo gli alunni e altri insegnanti della scuola dove insegno, l’Istituto Professionale e Tecnico Luzzatti Gramsci di Mestre. Così ha cominciato a prendere forma Diario di bordo, il tentativo di essere una memoria del Luzzatti Gramsci, raccontata sul piano poetico, fuori dai verbali, dalle relazioni e dai piani di lavoro; un’occasione per i ragazzi che ci sono passati e che possono ritornare sul loro vissuto.

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