• Vai alla navigazione primaria
  • Vai al contenuto
  • Passa alla barra laterale
storiAmestre

storiAmestre

associazione per la storia di Mestre e del territorio

  • Chi siamo
  • Rubriche
    • La città invisibile
    • Letture
    • Oggetti
    • Centro documentazione città contemporanea
    • Agenda
  • Quaderni
  • Autori e Autrici
  • Altrochemestre

paesaggio

Contro la Vallenari bis. 13 agosto: i comitati dall’assessore

10/09/2015

di Claudio Pasqual

Cronaca di una mattina d’agosto al municipio di Mestre: il comitato VivereMestre che si oppone alla costruzione di una nuova strada urbana incontra l’assessore all’Ambiente del Comune di Venezia.

Verso le dieci del 13 agosto mi telefona Giovanna di storiAmestre e mi chiede se stamattina alle dodici posso andare al municipio di via Palazzo, dove il comitato VivereMestre ha indetto una conferenza stampa sulla faccenda della strada “Vallenari bis”. Lei lo ha saputo passando in bici davanti al liceo Stefanini dove ha visto uno striscione e ha chiesto informazioni a Elisa di VivereMestre che era seduta sul marciapiede lì vicino insieme a due ragazzi del Coordinamento studenti medi. Altre persone si trovavano dentro il bosco per impedire l’abbattimento degli alberi da parte della ditta impegnata nella costruzione della strada. Nel settembre 2014, storiAmestre aveva firmato insieme a molte altre associazioni una lettera inviata dall’associazione La Salsola all’allora commissario del Comune di Venezia Zappalorto in cui si rilevavano le gravi conseguenze urbanistiche e ambientali del progetto, i costi esorbitanti che indebitavano il Comune per anni, l’infondatezza delle previsioni demografiche su cui si basava. C’era quindi interesse a seguire le iniziative dei cittadini contro i lavori iniziati nel caldo ferragostano.

Meglio ricordare cos’è questa “Vallenari bis”. Si tratta di una nuova strada urbana a Mestre, tra il rione di Bissuola a nord e il Quartiere Pertini a sud, lunga circa due chilometri e con sette rotatorie, che dall’incrocio di via Sansovino con viale Vespucci porta al primo tratto della via già esistente, della quale costituisce il secondo lotto e il completamento, superando il fiume Osellino, attraversando aree ancora verdi e passando accanto all’Istituto Magistrale Stefanini e dietro l’aula bunker di via delle Messi. Il progetto della strada è stato inserito nel PRG nel lontano 1998: presentata come alternativa alla congestione dell’asse via Vespucci-Fradeletto, la nuova arteria attraversa un’area dove sono previsti interventi del Piano per l’Edilizia Economica e Popolare, per la precisione per i Nuclei 3 e 4 Bissuola; includendo anche la realizzazione di tutte le infrastrutture necessarie per poter erogare i servizi necessari alle future edificazioni (rete fognaria, illuminazione, gas, eccetera).

Alla realizzazione della “Vallenari bis” si oppongono da più di un anno con varie iniziative i cittadini organizzati nel comitato “VivereMestre”, l’associazione “AmicoAlbero”, il Coordinamento Studenti Medi Venezia-Mestre, il Movimento 5 Stelle. Adesso il cantiere è stato avviato, cominciando dall’abbattimento degli alberi. La protesta si è subito riaccesa, è cominciata l’azione di resistenza, con presidi nell’area dei lavori, che hanno finora impedito agli operai della ditta appaltatrice di procedere.

Dopo un iniziale tentennamento – la proposta arriva in extremis, fuori fa un caldo asfissiante e stavo lavorando al computer – decido di andare. Mi ha colpito una frase di Giovanna, di gente avvinghiata, legata agli alberi per impedirne il taglio.

Arrivo con un po’ di anticipo all’appuntamento, fuori dal municipio è radunata una piccola folla, a occhio e croce una quarantina di persone. In maggioranza sono ragazzi, studenti del Coordinamento. Hanno steso per terra uno striscione, “No Vallenari-bis ennesima opera inutile e dannosa!”; un altro recita “Brugnaro avevi promesso: dove sei?” – in effetti non ci sarà, dicono i giornali che è in vacanza a Parenzo. Entro nel palazzo, nessuno nell’atrio. Salgo al primo piano, dove c’è la sala consiliare: non un’anima viva. Aspetto un po’ ma niente; dal secondo piano scende un signore – scoprirò più tardi trattarsi dell’ingegnere comunale direttore dei lavori –, chiedo lumi, mi dice che l’incontro dovrebbe tenersi qui e si mostra meravigliato per l’aula deserta. Scendo e sono ancora tutti in strada. Intravedo Tiziano, un collega ex compagno di liceo e vecchio amico. Ci salutiamo. Anche lui è della protesta, abita dalle parti del tracciato della nuova via. Deve essere arrivato da poco: mi informa che i giornalisti ci sono; pensa che se l’intervista c’è stata, si è svolta lì in strada.

Adesso i manifestanti si affollano al portone del municipio, vogliono entrare ma un piccolo presidio di polizia locale impedisce loro l’ingresso. Scopro così che la vera ragione della loro presenza non è una conferenza stampa, ma un incontro con l’assessore all’Ambiente Massimiliano De Martin. Dunque non si capisce perché sia impedito l’accesso, probabilmente un difetto di comunicazione. Scende l’assessore, comunica che accetta di riceverci ma mette le mani avanti, avverte che pretende un confronto dai modi pacati e civili, altrimenti si chiude. Entriamo e ci accomodiamo sugli scranni dei consiglieri, con un’aria condizionata a temperature polari. Non so se sia dipeso anche dal fattore climatico, ma in effetti il confronto si svolgerà in termini assolutamente tranquilli. Un incidente lo creano i vigili i quali, recidivi chissà perché, bloccano all’ingresso i ritardatari, ma è presto risolto e sono ammessi all’assemblea. C’è solo un momento di tensione, quando De Martin accusa un giovane intervenuto di attribuirgli una posizione che non è sua e della giunta, quella cioè di approvare in cuor loro il progetto.

Ha aperto l’incontro proprio l’assessore, con un breve discorso per ribadire quanto già dichiarato dal sindaco Brugnaro; che cioè la “Vallenari bis” è un’opera superata e perciò inutile, voluta dalle passate amministrazioni di sinistra e che la giunta fucsia – il colore della lista elettorale dell’attuale sindaco – ha ereditato senza esserne responsabile, ma che non può essere fermata, perché approvata in via definitiva, con una stanziamento di 17 milioni e mezzo, e appaltata alla ditta costruttrice; che se il Comune volesse soprassedere alla strada, dovrebbe versare una penale di tre milioni e mezzo, la qual cosa non si può permettere. In altre parole, la frittata è fatta e non ci si può far più niente.

Intanto è entrato un tale che Tiziano, seduto accanto a me sugli ultimi scranni, mi indica come un collega insegnante. Dopo un po’ ci raggiunge, mi si accuccia vicino e mi ripete due o tre volte quasi nell’orecchio “è danno ambientale, altro che danno erariale” e “questo qui ci sta prendendo per il culo”.

La prima a intervenire è un’insegnante di scuola materna comunale. La voce tradisce emozione; le parole, le frasi vengono con difficoltà. Il senso del suo discorso travalica, con la domanda finale, il caso specifico per volgersi a una considerazione di carattere più generale, etico-civile – gioca l’essere un’educatrice. In breve: l’assessore ha detto che non si può fare niente; ma quale insegnamento sulla vita potranno trarre i bambini, i ragazzi, se si dice loro che le cose non possono cambiare?

Non c’è risposta, l’interrogativo cade nel vuoto. Il secondo a parlare insiste con il realismo delle possibilità: il Comune potrebbe sospendere il cantiere e verificare se si possono dare delle modifiche. Un altro paventa che dalla costruzione della strada derivino pericoli di allagamento dell’area; l’assessore controbatte che il progetto è stato redatto tenendo in considerazione il rischio idraulico. Uno studente osserva, con un buon senso che però non so quanto si accordi con le regole di bilancio, che costando l’opera diciotto milioni e ammontando la penale a tre e mezzo, se la Vallenari bis non si facesse il Comune risparmierebbe quasi quindici milioni di euro. Un signore torna per la seconda volta sul rischio idraulico; interviene l’ingegnere a spiegare che il progetto rispetta il criterio dell’invarianza idraulica, vincolo obbligatorio introdotto con legge regionale per qualsiasi intervento sul territorio. Chi viene dopo stigmatizza: dov’è il sindaco, per una questione come questa la sua presenza sarebbe stata doverosa. Prende la parola un rappresentante del comitato “VivereMestre” per riportare il discorso al punto: contro la “mostruosa” Vallenari bis sono state raccolte 2.500 firme di cittadini; il 25 agosto il comitato incontrerà gli assessori Boraso e Zaccariotto; la richiesta è di sospendere i lavori del cantiere fino a quella data, quando si riunirà la Quarta commissione consiliare Lavori pubblici, con il dossier “Vallenari bis” all’ordine del giorno.

A questo punto l’assessore pensa di calare un asso: “il vostro è ostruzionismo, solo un tentativo di temporeggiare, o avete una proposta alternativa?”. La provocazione mi sembra che colga impreparati i presenti, i quali pensano che l’alternativa alla costruzione di una strada (con conseguenti nuovi quartieri) sia non costruirla. Intanto, in sala si trova un solo rappresentante del Comitato, una signora. Presa la parola, si profonde in una dichiarazione di affetto intrisa di memoria per l’angolo di Mestre in cui ha sempre vissuto e che si capisce vorrebbe che rimanesse com’è. Una ragazza invece ci prova, a lanciare un’idea: lungo l’argine sinistro dell’Osellino, dal bosco fino all’istituto Massari, perché non fare un parco pubblico? (Riecheggia la proposta di estendere il bosco di Mestre dal Quartiere Pertini al ponte del Massari.)

Non è questo il momento né la sede per una discussione del genere, comunque; i presenti vogliono intanto impedire la costruzione della strada. Alla fine, i comitati intanto ottengono il blocco dei cantieri per due giorni e la promessa dell’assessore di girare al sindaco la richiesta di fermare tutto fino al 25 agosto, quando si riunirà la Quarta commissione.

Striscione posto davanti al cantiere dei lavori per la Vallenari bis a fianco del liceo Stefanini, 13 agosto 2015: NO VALLENARI BIS / UNA SOLA GRANDE OPERA / SCUOLA E REDDITO PER TUTTI / coordinamento studenti medi Ve-Mestre.
Dietro lo striscione si intravvedono gli alberi che devono essere abbattuti.

Post-scriptum. Dopo il 13 agosto il comitato “VivereMestre” ha affilato le sue armi, individuando secondo il proprio parere una serie di irregolarità tecnico-amministrative che dovrebbero servire a bloccare il progetto della Vallenari bis. La giunta, pur esprimendo nelle dichiarazioni di propri esponenti e dello steso sindaco un giudizio negativo sulla strada, ha ribadito l’impossibilità di fermare un’opera già approvata e appaltata. Il 4 settembre è stato avviato il cantiere, a partire dall’incrocio tra le vie Sansovino e Vespucci, dove dovrebbe sorgere il ponte sull’Osellino. Il comitato ha dichiarato che si opporrà con “tutte le armi legittime” a disposizione per impedire la costruzione della strada e avviato una serie di iniziative. Intanto la Vallenari bis comincia a inquietare altri settori della città: il Comitato di viale San Marco ha indetto per l’11 settembre alle 18 un’assemblea pubblica in piazza Canova. (c.p.)

Nota (di red). L’associazione AmicoAlbero ha pubblicato il video integrale dell’audizione del 25 agosto nella sala del municipio di Mestre in via Palazzo (durata 1h 51’ 10”), che comincia con questa presentazione: “No Vallenari bis: audizione in IV Commissione Consiliare dei Cittadini per fermare i lavori della Vallenari bis martedì 25 agosto 2015, Municipio di Mestre”.

L’associazione AmicoAlbero ha pubblicato altri video che documentano le diverse fasi della protesta:

– video della Conferenza stampa “No! Alla Vallenari bis! NO” promossa dal Comitato VivereMestre tenutasi il 27 giugno 2015 alla pizzeria Serenella in via del Miglio (durata 18’ 57”).

– video “Martedì 11 agosto 2015 – ha inizio lo scempio ambientale della Vallenari bis”, che illustra i motivi della protesta e documenta le prime fasi dei lavori.

– video integrale dell’assemblea tenutasi sabato 22 agosto 2015 presso l’Istituto Stefanini a Mestre in vista della riunione della IV commissione consiliare del 25 agosto 2015 (54’ 10”), che comincia con questa presentazione: “Gli studenti e i cittadini contrari alla distruzione dell’ambiente causata dal progetto della Vallenaribis, si sono riuniti anche sabato 22 agosto 2015 presso l’Istituto Stefanini per un’assemblea pubblica, in vista della riunione della IV commissione consiliare che avrà luogo martedì 25 agosto 2015 alle ore 15.00 a Mestre in via Palazzo”.

Chi volesse saperne di più sull’iter della Vallenari bis può cliccare sui seguenti link. Il progetto della Vallenari bis, dopo il via dalla Commissione comunale Lavori pubblici del Comune di Venezia, è passato all’esame del Consiglio comunale nel dicembre 2007. Ancora nel novembre 2010 il progetto risulta “in alto mare”, mancando la progettazione del ponte sull’Osellino. Il bando per l’appalto è del giugno 2012. La procedura degli espropri inizia alla fine di dicembre 2013 con la comunicazione da parte degli uffici del Comune del via al procedimento di dichiarazione di pubblica utilità dei terreni da espropriare. Il progetto definitivo viene approvato il 5 aprile 2014. Nell’agosto 2014 il Movimento 5 stelle presenta degli emendamenti alle proposte di delibera dei Bilanci di Previsione 2012 e 2013, per eliminare l’investimento della Vallenari bis – II lotto.

Si possono vedere ancora, tra le varie cose disponibili in rete:

– la pagina facebook del comitato VivereMestre;

– documentazione e link nel sito dell’Ecoistituto del Veneto Alex Langer.

Archiviato in: Claudio Pasqual, La città invisibile Etichettato con: cronaca, documentazione, Mestre, paesaggio, protesta, urbanistica, Vallenari bis

Questa non è una panchina. Una passeggiata a Padova, quartiere Sacra famiglia

17/11/2014

di Enrico Zanette

Osservazioni fatte a Padova, nel corso di una passeggiata.

Cammino lentamente lungo il marciapiede. Parallelepipedi con facce bianche e grigie e infissi colorati di verde, giallo o rosso compongono il paesaggio. Pare di stare in uno qualunque di quei quartieri residenziali anni Settanta, asettici e uniformi: Italia o banlieue parigina.

M’infilo in portico moderno lastricato in porfido a spacco di cava, quello con le fughe grigie, rigate a mano.

Sulla destra, la vetrina di un supermercato ricoperta con una pellicola adesiva fa da sfondo al logo e alla scritta arancione “QUALITÀ AL MIGLIOR PREZZO!”. Le colonne squadrate aprono su un piccolo parcheggio semivuoto; in fondo, la vetrina di una farmacia illumina il selciato irregolare. 

[Per saperne di più…] su di noiQuesta non è una panchina. Una passeggiata a Padova, quartiere Sacra famiglia

Archiviato in: Enrico Zanette, La città invisibile Etichettato con: camminare, descrizione, Padova, paesaggio, panchina

Un nuovo pezzo di Mestre per chi? Lettera aperta al commissario straordinario del Comune di Venezia

08/09/2014

di sAm

Pubblichiamo la lettera aperta che storiAmestre ha sottoscritto, insieme a molte altre associazioni, per richiamare l’attenzione del commissario straordinario del Comune di Venezia, Vittorio Zappalorto, e di tutta l’opinione pubblica sul progetto di strada urbana “Vallenari bis”. L’auspicio è che non venga aperto un nuovo cantiere da 17,5 milioni di euro, che comporta nuovi debiti comunali e la cui utilità è molto dubbia, ingiustificata dalle attuali dinamiche demografiche ed edilizie di Mestre e dintorni. La lettera ha cominciato a essere diffusa a fine agosto, ed è stata ripresa dalla stampa locale (Gazzettino del 27 agosto e Nuova Venezia del 29 agosto).

Vallenari bis: un taglio della spesa utile al cittadino e all’ambiente, un contributo alla trasparenza per evitare un appalto inutile e il malaffare in agguato

La Vallenari-bis è un nuovo tratto di strada urbana per Mestre avviata alla fase esecutiva dalla passata Giunta. L’ultimo provvedimento relativo è di aprile, quando la tempesta Mo.SE sul Comune non era ancora scoppiata e soprattutto la gravità del dissesto finanziario comunale non era ancora di pubblico dominio. [Per saperne di più…] su di noiUn nuovo pezzo di Mestre per chi? Lettera aperta al commissario straordinario del Comune di Venezia

Archiviato in: La città invisibile, sAm Etichettato con: intervento, Mestre, paesaggio, urbanistica, Vallenari bis

Contrabbandieri, foglie di tabacco e terrazzamenti. Notizie dal Canale di Brenta

14/12/2013

di Marco Crestani

Presentiamo le prime pagine introduttive del libro di Marco Crestani, Foglie di tabacco. Lavorando sulla base di atti processuali e della conoscenza dei luoghi, Crestani propone frammenti di storie individuali di contrabbandieri di tabacco nella zona di confine tra Veneto e Trentino,  lungo il Canale di Brenta, in Valsugana, a fine Ottocento. Sono episodi ricostruiti e romanzati a partire da sentenze penali e da memorie ancora esistenti. Un segno tangibile di queste vicende, oggi, si legge nel paesaggio: i resti dei terrazzamenti con muretti a secco testimoniano di  una povera economia agricola, di una terra strappata alla montagna che a partire dal Seicento fu coltivata esclusivamente a tabacco. I terrazzamenti sono anche il segno di un’organizzazione sociale: non si costruiscono senza mutuo aiuto tra vicini. Le storie raccontate da Crestani sono un invito a visitare luoghi, percorrerne i sentieri, camminare tra i borghi abbandonati. 

Il Canale di Brenta è un tratto della Valsugana che si sviluppa per circa trenta chilometri da Primolano a Bassano del Grappa, all’estremo nord-est della provincia di Vicenza, nell’ultima parte del percorso montano del fiume Brenta. Una valle angusta, scomoda, disagevole, stretta tra i monti e il fiume Brenta, incassata fra l’Altopiano di Asiago e il massiccio del Grappa.

[Per saperne di più…] su di noiContrabbandieri, foglie di tabacco e terrazzamenti. Notizie dal Canale di Brenta

Archiviato in: La città invisibile, Marco Crestani Etichettato con: contrabbando, escursione, paesaggio, pagine scelte, ricordi, tabacco, Valstagna, Valsugana

Un cippo è un cippo (cercasi montanaro disperatamente)

07/12/2013

di Maria Giovanna Lazzarin

Quando qualcosa appare incongrua e fuori luogo, lì c’è una storia da ricostruire. Una ricerca cominciata dopo aver notato un “elemento del paesaggio” a lungo sfuggito all’osservazione, per scoprire il vecchio percorso di via Gazzera alta. 

Era una calda mattina di marzo del 2012. Improvvisamente, imboccando in bici la via Gazzera alta a Mestre, l’occhio mi cadde su un masso piuttosto robusto, alto una settantina di centimetri, che giaceva inclinato all’ingresso della via, sulla sinistra, tra due pali segnaletici.

          

Aveva l’aria di una vecchia signora un po’ incerta e trascurata nel suo stare, ma – questo mi aveva incuriosito – portava ben visibili dei segni neri sui due lati esposti alla strada. Fermai la bici e scoprii che quei segni erano parole accompagnate da frecce. Sul lato est: per Asseggiano. Sul lato sud: freccia a destra, per Mestre; freccia a sinistra, per Chirignago. Non di un semplice sasso si trattava, bensì di un cippo segnaletico.

[Per saperne di più…] su di noiUn cippo è un cippo (cercasi montanaro disperatamente)

Archiviato in: La città invisibile, Maria Giovanna Lazzarin Etichettato con: descrizione, Mestre, paesaggio

SS 50 bis/var non mi avrai

31/07/2011

di Matteo Melchiorre

Nell’aprile 2004 uno dei cantieri per la costruzione della superstrada denominata SS 50 bis/var si apre a due passi da casa di Matteo Melchiorre, a Tomo, nel feltrino. Che fare di fronte agli sventramenti che cominciano subito a cambiare fisionomia al territorio? Che fare di fronte a un progetto che oltre alla terra muove parecchi soldi, ma sulla cui utilità e “sostenibilità” per le vite di chi abita in quella zona ci sono molti dubbi?

Melchiorre comincia a osservare, prende nota di come procedono i cantieri, scatta foto, segue i dibattiti e le cronache sui giornali locali, fa qualche ricerca d’archivio, discute con gli operai che lavorano alla strada, con i vicini di casa, con amici che come lui sono refrattari a questa ulteriore cementificazione di un territorio già saturo. Peraltro non tutti sono contrari alla costruzione della strada, anzi.

Cinque anni abbondanti di note: dal 2004 al 2009. Al diario-cronaca, l’autore affida anche riflessioni “sul dissenso” che sviluppa in un racconto di pura invenzione: le gesta di una “banda” creata dal protagonista-narratore e dai suoi amici per sabotare l’avanzamento dei lavori.

Nel maggio 2011, il manoscritto diventa un libro: La banda della superstrada Fenadora-Anzù (con vaneggiamenti sovversivi), edito da Laterza. Per gentile concessione dell’editore e dell’autore, che tra le altre cose è un socio di storiAmestre, ne pubblichiamo qui di seguito alcuni brani. Sia anche il nostro piccolo segno di solidarietà e stima – queste, invece, grandissime – per chi sta passando l’estate a resistere in Val di Susa.

Cani maledetti! Cos’avete fatto nel tempo di una giornata? Via la strada antica per il paese, con le sue muràde, via il sorgo, via il prato, via tutto. Ma non è mica un cantiere singolo, è una catena prodigiosa di escavazioni e smaltamenti. Tutto un cantiere che si tira. Nove chilometri.

[…]

La superstrada aggirerà da sud una subcittà diffusa: Feltre. […] La subcittà sta in provincia di Belluno, in cima al Veneto, territorio vagamente alpino e a margine delle correnti stradali. Considerate le esigenze dello sviluppo, la presenza di strade è giudicata un imperativo. Si deve arrivare nelle zone industriali, concentrate nelle valli, e raccogliere i turisti in strade più pratiche.

[Per saperne di più…] su di noiSS 50 bis/var non mi avrai

Archiviato in: La città invisibile, Matteo Melchiorre Etichettato con: paesaggio, pagine scelte

  • Pagina 1
  • Pagina 2
  • Pagina 3
  • Pagina successiva »

Barra laterale primaria

Per informazioni e per ricevere la newsletter scrivi a:

info@storiamestre.it

Cerca nel sito

Archivio

Ultimi commenti

  • Filippo Benfante su Diritti politici e diritti civili. Una discussione sul voto alle donne nel 1848 a Padova e a Parigi
  • Piero Brunello su Diritti politici e diritti civili. Una discussione sul voto alle donne nel 1848 a Padova e a Parigi
  • Maria Teresa su Diritti politici e diritti civili. Una discussione sul voto alle donne nel 1848 a Padova e a Parigi
  • Siegfried Kracauer, Il Romanzo Poliziesco. Un Trattato Filosofico (Editori Riuniti) | Natura delle Cose su Ritrovare un libro per caso, in una biblioteca comunale. “Gli impiegati” di Siegfried Kracauer
  • redazione sito sAm su Intimità marrana
  • Elena Iorio su Per Giulio Regeni. Una lettera aperta delle colleghe inglesi

Copyright storiAmestre © 2021

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish.Accept Read More
Privacy & Cookies Policy

necessary Always Enabled

non-necessary