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Marghera

Un gruppo di donne che fonda un’associazione. Dallo “spunti-no” del 10 dicembre 2015

30/01/2016

di Giulia Brunello

Pubblichiamo il testo del discorso con cui Giulia Brunello ha introdotto lo “spunti-no storico” del 10 dicembre 2015, durante il quale Luisa Colio ha parlato dei cambiamenti della città metropolitana osservato dal Centro Internet di Marghera gestito dall’associazione “lecalamite”. Giulia Brunello è una delle socie de “lecalamite”, di cui Luisa Colio è presidente.

È una bella occasione poter presentare qui oggi l’associazione lecalamite, di cui faccio parte dal 2008. In questa breve introduzione dirò due parole sulla nostra storia, per raccontarvi un po’ di noi, immaginando che qualcuno di voi non ci conosca. Una precisazione: parlo sempre di “noi”, ma quando racconto dei primi anni di vita dell’associazione mi riferisco al gruppo “storico”, di otto-nove donne, mentre oggi siamo ufficialmente in quattordici. Qualcuna va, qualcuna viene, ci sono new entries o socie che si trasferiscono lontano e con cui ci si vede solo alle feste.

[Per saperne di più…] su di noiUn gruppo di donne che fonda un’associazione. Dallo “spunti-no” del 10 dicembre 2015

Archiviato in: Giulia Brunello Etichettato con: intervento, lecalamite, Marghera, Mestre, spunti-ni storici

Solo la neve ci salverà

15/12/2015

di Miriam Allegretto

La nostra amica Miriam Allegretto ci invia alcune osservazioni per informarci delle ultime evoluzioni delle pratiche e degli orari dei centri commerciali e dei negozi che vi sono ospitati. Miriam ci ha scritto pensando a quanto negli ultimi anni abbiamo pubblicato sul nostro sito (e prima di noi aveva fatto la rivista Altrochemestre).

Da fedele lettrice del sito di storiAmestre, e anche della rivista Altrochemestre, ho pensato potessero interessarvi alcune notizie e mie osservazioni che ho raccolto intorno al mondo dei centri commerciali a me geograficamente più vicini. Si tratta di un esercizio: ho scelto un luogo e ho iniziato a osservarlo e a leggere e ascoltare le notizie che ne parlavano. Lo condivido con voi, per metterlo accanto al pezzo di Alessandro Fantin che avete pubblicato nel 2007 (con un commento di Enrico Zanette, da un grande centro commerciale del centro di Berlino), all’articolo di Giannarosa Vivian e all’intervista di Piero Brunello a Maurizio Zanin, questi ultimi due pubblicati sul terzo numero di Altrochemestre.

[Per saperne di più…] su di noiSolo la neve ci salverà

Archiviato in: La città invisibile, Miriam Allegretto Etichettato con: centro commerciale, descrizione, Marcon, Marghera, Mestre

L’armata perduta di Cambise. Per un’inchiesta sui bellunesi emigrati a Mestre e Marghera

19/10/2012

di Giovanni (Franco) Colle

Pubblichiamo la trascrizione dell’intervista che, qualche anno fa, Maria Giovanna Lazzarin ha fatto a Giovanni (Franco) Colle a proposito di un progetto di inchiesta. La ricerca non è ancora mai cominciata; chissà, potrebbe essere questa l'occasione per farla partire.

Quest’intervista racconta quanto sia difficile cercare le tracce di persone che se ne sono andate dai loro paesi dintorno Belluno per andare a lavorare nelle fabbriche di Marghera e, come per l’armata di Cambise perduta nel deserto, indirettamente chiede se c’è qualcuno che, leggendo, possa aiutare nella ricerca. (M.G.L.)

Giovanni Colle. La mia idea è nata dal fatto che una volta, nel 1975-76, sono stato invitato ad andare a un’assemblea indetta dai sindacati a Marghera, perché volevano fare il punto della situazione dei tecnici sia nel pubblico che nell’industria privata. Quando sono arrivato là mi son trovato seduto a fianco a delle persone che ho scoperto essere di Belluno e dintorni, i quali lavoravano in queste fabbriche – adesso non ne ricordo neanche più i nomi – e che vedevano in pericolo, se non il posto di lavoro, il loro posto di tecnici che avevano un ruolo negli organigrammi delle imprese. A dir la verità mi meravigliai un po’ perché pensavo che le industrie di Marghera fossero inaffondabili e invece mi si disse che ormai cominciavano a tagliare sui costi, sui costi del personale e, come succede abbastanza spesso, sul costo del personale intermedio. Feci delle domande e mi dissero che erano venuti via da Belluno, dai paesi dintorno Belluno per trovarsi un lavoro e addirittura qualcuno mi disse che i genitori avevano perso il lavoro, se non ricordo male, al Mas alle Roe e in cambio gli avevano dato il posto a Marghera che avevano accettato pensando che a Marghera comunque avrebbero avuto posti di lavoro inaffondabili. Per cui mi venne in mente che quando ero ragazzo c’era un trenino che collegava Bribano con Agordo, c’era l’industria delle miniere ad Agordo e anche al Mas alle Roe, c’era un indotto o addirittura la succursale delle industrie di Marghera, saran stati Montedison, Sicedison, non so come chiamavano allora queste industrie che trattavano pirite e altri minerali e avranno assunto personale sul posto e quando hanno chiuso bottega, probabilmente perché non erano più convenienti, queste persone sono state spostate a Marghera e i loro figli avevano proseguito la carriera a Marghera.

[Per saperne di più…] su di noiL’armata perduta di Cambise. Per un’inchiesta sui bellunesi emigrati a Mestre e Marghera

Archiviato in: Giovanni (Franco) Colle, La città invisibile, Maria Giovanna Lazzarin Etichettato con: Belluno, inchiesta, intervista, Marghera, Mestre, migrare

Dalla torre “ex Azotati”. Fotografie

17/07/2011

di Chiara Girotto e Nicola Brunello

La mattina di venerdì 27 maggio 2011, nell’ambito del "gemellaggio" tra storiAmestre e il Centro di documentazione storica Villa Cougnet di Reggio Emilia, Giorgio Sarto ha guidato una visita alla torre industriale degli "ex Azotati", a Porto Marghera, il cui restauro è teminato di recente (si legge qualcosa al riguardo cliccando qui). Dalla sommità della torre si possono vedere le enormi, rapide e in genere poco note  trasformazioni della vecchia città industriale.

Pubblichiamo qui di seguito una selezione delle foto scattate da Chiara Girotto e Nicola Brunello. A loro i nostri vivi ringraziamenti per avercele messe a disposizione.

Foto di Nicola Brunello

Foto di Chiara Girotto

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Archiviato in: Chiara Girotto, La città invisibile, Nicola Brunello Etichettato con: descrizione, foto, Marghera

La Casa del Popolo di Ca’ Emiliani

19/12/2010

di Fabio Brusò

Pubblichiamo l’intervento di Fabio Brusò al convegno sulle Case del Popolo che ha avuto luogo a Massenzatico (Reggio Emilia) il 26 settembre 2009. Una versione leggermente diversa è in corso di pubblicazione a cura degli organizzatori del convegno. Daremo subito notizia dell’uscita del volume. Salvo diversa indicazione, le immagini che illustrano l'articolo sono state raccolte durante la ricerca del 1996-97 ricordata da Brusò nelle prime righe del suo intervento.

1. Nel 1996-97 Piero Brunello e io, per conto dell’Etam-Animazione di Comunità (un servizio del Comune di Venezia), abbiamo condotto una ricerca su Ca’ Emiliani a Marghera. Nella realtà e nell’immaginario di Mestre e Venezia, Ca’ Emiliani era ed è – benché ora meno – un quartiere spesso sulla cronaca dei giornali, che ne riportavano gli episodi di forte e spicciola criminalità o degrado urbano, ma anche le lotte o le pratiche di riscatto sociali e politiche.

[Per saperne di più…] su di noiLa Casa del Popolo di Ca’ Emiliani

Archiviato in: Fabio Brusò, La città invisibile Etichettato con: Ca' Emiliani, Casa del popolo, clerico-fascismo, fascismo, intervento, Marghera, Massenzatico

8. Un cardellino in gabbia

27/06/2008

Fabbrica e lavoro nei primi anni Cinquanta a Porto Marghera

di Omar Favaro, prefazione di Rolf Petri

estate 2008, 104 pp., 8 euro

«Il reparto era nocivo per le innumerevoli perdite e per i materiali impregnati di gas. Succedeva spesso che gli operai si lamentassero per i continui dolori alla testa. Alla Vetrocoke-Azotati, avevamo messo una gabbietta con un cardellino. Quando il cardellino moriva per via di questo gas, scappavamo via tutti, come nelle miniere».

Andare a lavorare in una grande azienda a Porto Marghera, nei primi anni Cinquanta, significava assunzione temporanea. Centrale era il sistema del subappalto. Chi era assunto da ditte appaltatrici o da cooperative lavorava spalla a spalla e schiena a schiena con gli altri operai dell’azienda, svolgeva le stesse mansioni, viveva negli stessi luoghi, ma non aveva diritto alla mensa, al vestiario, all’indennità di lavorazione nociva e di turno. Il breve periodo delle Conferenze di Produzione all’inizio degli anni Cinquanta, di cui si parla nel libro, dimostra la consapevolezza politica e sindacale dei lavoratori nei confronti dell’organizzazione dei tempi, dell’incolumità e della salute.

E testimonia che la storia è un processo ricco di tante possibilità che, quando vengono sconfitte, tendono a essere dimenticate.

Archiviato in: Omar Favaro, Quaderni, Rolf Petri Etichettato con: Marghera, movimento operaio, storiografia

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