• Vai alla navigazione primaria
  • Vai al contenuto
  • Passa alla barra laterale
storiAmestre

storiAmestre

associazione per la storia di Mestre e del territorio

  • Chi siamo
  • Rubriche
    • La città invisibile
    • Letture
    • Oggetti
    • Centro documentazione città contemporanea
    • Agenda
  • Quaderni
  • Autori e Autrici
  • Altrochemestre

1871

I comunardi e il “diritto alla biografia”. Pagine da un libro recente

30/07/2014

di Enrico Zanette

La tesi di dottorato del nostro amico, socio nonché webmaster Enrico Zanette è da poco diventata un libro: Criminali, martiri, refrattari. Usi pubblici del passato dei comunardi, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2014. Si tratta di uno studio dell’uso che avversari e fautori della Comune di Parigi del 1871, all’indomani della repressione, fecero del genere biografico per denigrare e condannare o al contrario per commemorare ed esaltare come modello rivoluzionario le personalità più in vista della tentata rivoluzione parigina. Zanette prende inoltre in esame le autobiografie che due ex comunardi, Jules Vallès – che già in altre occasioni abbiamo ricordato sul nostro sito – e Louise Michel, pubblicarono a distanza di alcuni anni, e le interpreta come strumenti di comunicazione politica, per la costruzione e la diffusione di due diverse idee di rivoluzionario e di rivoluzione. Su gentile concessione dell’editore, proponiamo ai nostri lettori alcune pagine del libro (con minime modifiche e senza tutte le note).

All’indomani della repressione, circa un centinaio di comunardi acquisirono quello che Juri M. Lotman ha chiamato il diritto alla biografia1. Un diritto alla biografia esercitato, in questo caso, esclusivamente dai vincitori, nella gestione autonoma del significato complessivo delle vite dei vinti. In un’epoca di affermazione dei mezzi di comunicazione, il monopolio esclusivo della costruzione della memoria si presentava come lo strumento più efficace di cancellazione. In effetti, la censura, formalizzata dalle leggi del dicembre 1871 e novembre 1872, che durò per un decennio fino alla legge generale del 1881 sulla libertà di stampa, non impediva di parlare della Comune e dei comunardi, ma di parlarne liberamente, senza esprimere giudizi di chiara condanna. Nel sistema di propaganda messo in piedi all’indomani della repressione, la biografia mirava quindi alla presa di possesso dell’identità dei rivoluzionari dopo la presa brutale sui loro corpi. La biografia non veniva impiegata per comprendere il processo di mobilitazione, o per illustrare la complessità e la fragilità delle esperienze, delle aspirazioni, delle convinzioni, il loro interagire con le circostanze storiche della guerra e delle trasformazioni economiche, bensì per richiudere le vite degli insorti all’interno di alcune traiettorie biografiche che, come sbarre retoriche, ne avrebbero controllato le possibili, scomode, eccedenze. Erano traiettorie che poi sarebbero state disponibili per utilizzi successivi, poiché, come scriveva uno dei biografi, non ci si doveva accontentare di contrastare le idee rivoluzionarie, ma anche coloro che le avevano e le avrebbero diffuse. 

[Per saperne di più…] su di noiI comunardi e il “diritto alla biografia”. Pagine da un libro recente

  1. J. M. Lotman, La semiosfera: l’asimmetria e il dialogo nelle strutture pensanti, Venezia, Marsilio, 1985, p. 181 e sgg. [↩]

Archiviato in: Enrico Zanette, La città invisibile Etichettato con: 1871, autobiografia, biografia, Comune di Parigi, Julès Valles, Louise Michel, storia del movimento operaio

La festa della Commune. 18-28 marzo 1871

28/03/2013

tre testi di Jules Vallès, a cura di Filippo Benfante

A marzo comincia un ciclo di anniversari che ci stanno a cuore: la primavera è annunciata in tutta Europa dalle rivoluzioni del 1848, e dalla Comune di Parigi del 1871; arriveranno il 25 aprile della Liberazione e il Primo maggio; infine daremo l’ultimo saluto ai comunardi, arriva il tempo delle ciliegie e quello della “semaine sanglante”, ovvero la tragica fine dell’ultima rivoluzione parigina dell’Ottocento. Filippo Benfante riprende il testimone da Enrico Zanette, autore della nota sul 18 marzo che abbiamo pubblicato l’anno scorso, per presentare tre testi contemporanei di Jules Vallès, che aiutano a ricordare la Comune di Parigi e a discutere il senso di quegli avvenimenti.

Introduzione, di Filippo Benfante

1. Gli anniversari si celebrano sia pensando al passato che proiettandosi nel futuro. Sono in entrambi i casi un fermo immagine che seleziona un evento, una data, un luogo, dei protagonisti: così è per il 18 marzo della Comune di Parigi. Ancora notte sulla collina di Montmartre, l’esercito della repubblica, nata il 4 settembre 1870 dalla disfatta di Napoleone III nella guerra contro la Prussia, tenta di requisire i cannoni della guardia nazionale di Parigi, cioè di quella milizia cittadina formata – almeno in teoria – da tutti i maschi adulti che è stata mobilitata per far fronte all’assedio nemico. È a tutti gli effetti un’operazione di ordine pubblico: il governo cerca di prevenire ogni guaio. Da settimane, infatti, il clima di Parigi è quello che precede le rivoluzioni. Le ragioni dell’esasperazione del popolo parigino sono tante. Ci sono stati quasi cinque mesi d’assedio, durissimi, aggravati da un inverno terribile, uno dei peggiori del secolo: tanti morti, freddo, fame, lavori fermi, niente salario, miseria. Legato com’è a un’idea di repubblica “democratica e sociale”, capace cioè di garantire la partecipazione di tutti al governo e l’eguaglianza sociale, il popolo di Parigi (ma non solo, succede lo stesso anche in molte altre città francesi) si domanda che razza di repubblica ha di fronte: dalle elezioni di febbraio, organizzate in fretta e furia per avere un governo legale che firmi la pace con la Prussia – sulla base dell’armistizio di fine gennaio –, sono usciti un parlamento reazionario, con un’ampia maggioranza di monarchici e una buona minoranza di bonapartisti, e un governo guidato da Adolphe Thiers, l'uomo di tutti i regimi politici che ha conosciuto la Francia dagli anni 1830. Dal canto suo, l’assemblea diffida così tanto di Parigi e dei suoi umori repubblicani che decide di non rientrare nella capitale, ma di installarsi a Versailles.

[Per saperne di più…] su di noiLa festa della Commune. 18-28 marzo 1871

Archiviato in: Filippo Benfante, Jules Vallès, La città invisibile Etichettato con: 18 marzo, 1871, anniversari, Comune di Parigi, pagine scelte, storiografia

Anniversari di chi?

26/03/2012

di Piero Brunello

Proseguiamo la discussione sugli anniversari e le celebrazioni pubbliche. Partendo dalla data del 18 marzo (1848 e 1871), le note di Piero Brunello suggeriscono spunti di riflessione sul centocinquantesimo anniversario dell’Unità, e sui diversi significati attribuiti agli eventi risorgimentali, ovvero sui loro usi politici.

1. Che io sappia, il movimento operaio a Venezia non ha mai commemorato le giornate del marzo 1848, cioè la rivoluzione del Quarantotto e la Repubblica di Manin. Negli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento le sezioni internazionaliste veneziane, rischiando il carcere, celebravano il 18 marzo in ricordo della Comune, come del resto fecero in quegli anni tutti i gruppi internazionalisti in Italia e in Europa. Ho ripreso in mano un saggio di Franco Della Peruta sul mito del Risorgimento dall’Unità alla prima guerra mondiale, e trovo conferma del fatto che le organizzazioni italiane della Prima Internazionale rifiutavano “di associarsi alle feste patriottiche democratiche […] considerate dannose sia alle pacifiche relazioni fra le nazioni sia all’emancipazione degli oppressi”. Il Risorgimento era ritenuto un movimento borghese. Unica eccezione: Carlo Pisacane, che aveva esaltato “le cospirazioni, le congiure, ma senza idoli, senza patroni, senza padri, [in cui] niuno pretenderà comandare, come niuno si piegherà ad ubbidire”, e per questo era sentito come precursore dell’anarchismo. Il rifiuto di celebrare il Risorgimento, continua Della Peruta, era condiviso anche dal movimento socialista di orientamento marxista: il Risorgimento era un fatto storicamente necessario ma esaurito. Se si fa caso, l’Inno dei lavoratori di Turati a un certo punto dice: “Quei signor per cui pugnammo / ci han promesso una dimane / e la diman si aspetta ancor”.

[Per saperne di più…] su di noiAnniversari di chi?

Archiviato in: La città invisibile, Piero Brunello Etichettato con: 18 marzo, 1848, 1871, anniversari, Comune di Parigi, intervento

Parigi, 18 marzo (2012)

20/03/2012

di sAm

Prima che arrivassero le terribili notizie da Tolosa, domenica sera continuavamo a discutere di anniversari, di rivoluzioni e di tradizioni e simbologie rivoluzionarie. Il nostro amico "quarante-huitard" Maurizio Gribaudi, appena rientrato a casa, ci ha spedito alcune foto – tra cui questa di apertura – che documentano la manifestazione che si è tenuta il pomeriggio del 18 marzo a Parigi, promossa dal Front de Gauche che sostiene la candidatura di Jean-Luc Mélenchon alle imminenti elezioni presidenziali francesi. L’appuntamento era in place de la Nation per raggiungere in corteo place de la Bastille. Una sinistra francese (non tutta: il Partito socialista infatti presenta un proprio candidato, François Hollande) ha voluto riattivare tradizioni e genealogie politiche e culturali: il riferimento alla presa della Bastiglia e al 1789, senza dimencare che al centro della piazza si trova la colonna eretta per ricordare la rivoluzione del luglio 1830 (le tre "giornate gloriose" del 27, 28 e 29); la tradizione repubblicana radicale-democratica, con la proposta di rifondare il Paese dando vita alla "sesta repubblica"; l’anniversario della Comune: le cronache hanno sottolineato tra le altre cose, del discorso di Mélenchon, i riferimenti a Louise Michel, una delle protagoniste della Comune, e il "Monde" ha ripreso tra virgolette, per un suo titolo dell’edizione online, lo slogan "Nous sommes le cri du peuple" ("Le cri du peuple", ovvero "Il grido del popolo", è il giornale che Jules Vallès pubblicò nei mesi della Comune). Il nome Front de Gauche rimanda invece al XX secolo: alle esperienze antifasciste degli anni Trenta e al Front Populaire che vinse le elezioni del 1936. Colonna sonora della manifestazione: l’Internationale seguita dalla Marseillaise. Qui di seguito alcune altre foto.

[Per saperne di più…] su di noiParigi, 18 marzo (2012)

Archiviato in: La città invisibile, sAm Etichettato con: 18 marzo, 1871, anniversari, Comune di Parigi, cronaca

Godiamoci il 18 marzo. Omaggio alla Comune di Parigi

18/03/2012

di Enrico Zanette

Nota della redazione. Abbiamo scelto il 17 marzo per presentare le iniziative di storiAmestre sul 1848 a Venezia e terraferma. L’abbiamo fatto pensando agli avvenimenti – di piazza – del 1848 e ignorando quelli – parlamentari – del 1861 portati alla ribalta lo scorso anno, dopo tanto tempo, dalle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità.

Il 18 marzo 1872, centoquaranta anni fa, un giornale milanese della “scapigliatura democratica”, “Il Gazzettino rosa”, usciva listato a lutto per la morte di Giuseppe Mazzini, avvenuta sette giorni prima. La prima pagina, occupata quasi tutta dalla corrispondenza di Felice Cameroni (che si firmava Stoico) sui funerali e sulla sepoltura di Mazzini, si apriva con un ricordo delle cinque giornate di Milano: “Ventiquattro anni sono…”. Il 18 marzo 1848 di Milano oscurava un altro 18 marzo a cui i redattori del “Gazzettino Rosa” si erano affezionati l’anno prima: il 18 marzo 1871 in cui a Parigi era stata proclamata la Comune, quella straordinaria esperienza per cui avevano trepidato da lontano, e per la quale alla fine avevano aderito all’Internazionale, malgrado la condanna del loro primo “Maestro”, Mazzini. Negli anni seguenti il movimento operaio italiano avrebbe scelto il 18 marzo della Comune data da celebrare e festeggiare.

Abbiamo chiesto ad alcuni amici di scriverci qualche considerazione a partire da questi anniversari: come si scelgono, come si celebrano, come si trasformano. Il primo a risponderci è stato Enrico Zanette, che ringraziamo. Speriamo che altri seguano.

(red sAm)

***

Il comunardo Jules Vallès scriveva ricordando le prime giornate della Comune di Parigi: “Allons! C’est la Révolution! La voilà donc, la minute espérée et attendue depuis la première cruauté du père, depuis la première gifle du cuistre, depuis le premier jour passé sans pain, depuis la première nuit passée sans logis – voilà la revanche du collège, de la misère, et de Décembre!”*.

[Per saperne di più…] su di noiGodiamoci il 18 marzo. Omaggio alla Comune di Parigi

Archiviato in: Enrico Zanette, La città invisibile Etichettato con: 1871, anniversari, Comune di Parigi, intervento

Barra laterale primaria

Per informazioni e per ricevere la newsletter scrivi a:

info@storiamestre.it

Cerca nel sito

Archivio

Ultimi commenti

  • Filippo Benfante su Diritti politici e diritti civili. Una discussione sul voto alle donne nel 1848 a Padova e a Parigi
  • Piero Brunello su Diritti politici e diritti civili. Una discussione sul voto alle donne nel 1848 a Padova e a Parigi
  • Maria Teresa su Diritti politici e diritti civili. Una discussione sul voto alle donne nel 1848 a Padova e a Parigi
  • Siegfried Kracauer, Il Romanzo Poliziesco. Un Trattato Filosofico (Editori Riuniti) | Natura delle Cose su Ritrovare un libro per caso, in una biblioteca comunale. “Gli impiegati” di Siegfried Kracauer
  • redazione sito sAm su Intimità marrana
  • Elena Iorio su Per Giulio Regeni. Una lettera aperta delle colleghe inglesi

Copyright storiAmestre © 2021

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish.Accept Read More
Privacy & Cookies Policy

necessary Always Enabled

non-necessary