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Stefan Zweig

Ancora sull’uccisione di Francesco Ferdinando d’Austria

18/07/2014

di Davide Zotto

I nostri amici Marco Toscano e Davide Zotto continuano a tenerci al corrente delle loro discussioni. Zotto ci segnala che ad assistere all’arrivo della notizia dello scoppio della guerra in un parco di Baden, il 1° agosto 1914, c’era anche Stefan Zweig, e aggiunge alcune considerazioni sull’effettiva reputazione di Francesco Ferdinando d’Austria presso i sudditi dell’impero asburgico.

Cari di storiAmestre,

torno ancora sulla scena della notizia dello scoppio della guerra che giunge in un parco di Baden, nell’estate del 1914: è diventata l’argomento principale degli scambi con Marco Toscano, e allargo la discussione anche a voi. Per cominciare, a Baden quel 1° agosto, quando l’orchestra comincia a suonare gli inni austriaco e tedesco, non c’era solo la famiglia Canetti, ma anche Stefan Zweig. Il suo racconto si trova nell’autobiografia che Zweig completò nel 1941 (fu pubblicata per la prima volta nel 1944, in tedesco, da un editore di Stoccolma). 

Quel che colpisce, in questo ricordo, sono le considerazioni sull’immagine che i sudditi dell’impero avevano dell’erede al trono assassinato a Sarajevo. Francesco Ferdinando non era amato dal popolo ed era mal visto anche dalla famiglia imperiale per le sue nozze fuori dai canoni, al punto che non verrà seppellito nella cripta dei Cappuccini, ma ad Artstetten. Inizialmente si vociferò pure che l’attentato fosse stato ordito da membri della famiglia imperiale: era un’idea sostenuta in particolare dal corrispondente da Vienna (e poi direttore) del Times Henry Wickham Steed.

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Archiviato in: Davide Zotto, Letture, Stefan Zweig Etichettato con: guerra, prima guerra mondiale

Il mondo senza sonno

08/07/2014

di Stefan Zweig, a cura di Davide Zotto

Sulla scia di Marco Toscano, altri amici cominciano a condividere con noi le loro letture sulla prima guerra mondiale. Davide Zotto ha scelto alcune pagine tratte da un articolo di Stefan Zweig uscito nell’agosto 1914, durante la terza settimana di guerra.

Più breve è ora il sonno del mondo, più lunghe le notti e più lunghi i giorni. In ogni Paese della sconfinata Europa, in ogni città, via, casa, stanza, il respiro quieto è sopito e più corto, agitato; come in un’unica notte d’estate afosa e soffocante, questo nostro tempo arroventato incendia le notti e confonde i sensi. […]

Ora l’umanità tutta è agitata, di notte come di giorno, un impellente, spaventoso stato di veglia sfavilla tra i sensi eccitati di milioni di persone, il destino penetra invisibile dalle migliaia di finestre e porte, e scaccia il sopore, scaccia l’oblio da ogni giaciglio. […]

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Archiviato in: Davide Zotto, Letture, Stefan Zweig Etichettato con: prima guerra mondiale

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