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Lucio Sponza

L’Arsenale, gli arsenalotti, il sestiere di Castello e la città. Dalle pagine del “Gazzettino” (1945-2015)

05/12/2015

di Lucio Sponza

Comincia il periodo delle strenne: è San Nicolò. Per l’occasione, Lucio Sponza ci offre un suo saggio che esamina la rappresentazione dell’Arsenale e degli arsenalotti, e la discussione sulla loro “sorte”, attraverso le pagine del Gazzettino, dal 1945 a oggi. Vista la lunghezza del saggio, come di consueto ne proponiamo qui di seguito una parte (quella conclusiva); per scaricare il testo integrale, cliccare qui.

Quanto al rapporto fra l’Arsenale e Castello, gli abitanti di questo sestiere non sembravano più essere preoccupati per la lenta agonia di quella che era un tempo la loro principale fonte di lavoro e di identità professionale. Chiedevano invece il lancio turistico del sestiere, e a tale scopo fu istituito un comitato che si limitò ad avanzare queste richieste:

1) l’utilizzo dell’imbarcadero ACTV della Biennale come punto di imbarco e sbarco di tutto il traffico da Punta Sabbioni al Cavallino; 2) lo sgombero della Riva degli Schiavoni dai rimorchiatori e da buona parte dei mezzi ACTV; 3) la rivalutazione della stazione marittima di riva dei Sette Martiri, con afflusso di navi passeggeri; 4) la valorizzazione del Museo Navale (spesso chiuso per carenza di personale), della chiesa di S. Giorgio degli Schiavoni, della basilica di S. Pietro di Castello e in genere delle bellezze turistiche del sestiere; 5) la creazione al pontile dell’Arsenale di un vero e proprio terminal per la linea del Tronchetto e per altre linee turistiche. (“Il Gazzettino”, 1 giugno 1979)

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Archiviato in: La città invisibile, Lucio Sponza Etichettato con: Arsenale, Castello, Gazzettino, storiografia, Venezia

Riti di lutto per Valeria Solesin. Venezia, novembre 2015

30/11/2015

a cura della redazione del sito sAm

In questi giorni abbiamo chiesto ad amici e conoscenti di raccontarci la loro partecipazione alle cerimonie pubbliche dedicate dalla città di Venezia a Valeria Solesin, vittima degli attentati del 13 novembre a Parigi. Pubblichiamo le prime quattro risposte, che ci riportano la veglia del 18 novembre e il funerale del 24 con gli occhi (e i sentimenti) della generazione dei genitori.

Una veglia silenziosa, di Marco E.

Quando ieri sera sono entrato con mia moglie in piazza San Marco, una folla si era già raccolta attorno ai pennoni davanti alla basilica; poco dopo i Mori hanno suonato le sette, e sono comparse le candele accese. C’erano molti lumini spenti ai piedi dei pennoni, e qualcuno li distribuiva in giro. La folla è andata aumentando, ma il brusio rimaneva sommesso. Nessuno sapeva che rito fosse e quindi bisognava inventarlo. Per un po’ l’attività principale consisteva nel cercare di riparare i lumini dall’aria della sera e di riaccenderli quando si spegnevano, chiedendo aiuto ai vicini. Poi un gruppetto che stava davanti alla basilica si è mosso lentamente verso il centro della piazza: la folla ha fatto ala e si è formata così una processione lenta e silenziosa. Qualcuno ai margini (chi non aveva le mani occupate a tenere la candela) ha applaudito. Un gruppetto davanti al caffè Quadri ha alzato le candele verso l’alto: il gesto ha fatto il giro della piazza e a quel punto tutte le luci erano sopra le teste. È seguito un secondo applauso, ma quello che continuava a emergere era un brusio leggero.

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Archiviato in: La città invisibile, Lucio Sponza, Marco E., Maria Giovanna Lazzarin, Maria Marchegiani, redazione sito sAm Etichettato con: 13 novembre 2015, cronaca, Parigi, testimonianza, Valeria Solesin, Venezia

Common lands e storia dell’Inghilterra

28/10/2015

di Lucio Sponza

Pubblichiamo il testo della relazione che Lucio Sponza ha presentato durante il primo dei due incontri organizzati da storiAmestre sul tema “beni comuni”. Ricordiamo che le discussioni si sono tenute il 9 e il 16 ottobre 2015 presso la Biblioteca di Marghera.

L’espressione common lands (o anche common land, o più semplicemente commons) letteralmente “terre comuni”, è quella che più si avvicina al nostro concetto di “beni comuni”. Il rapporto tra uso privato e uso pubblico delle terre costituisce una trama ininterrotta nella storia millenaria dell’Inghilterra; una trama che a volte sparisce ma che poi riaffiora, come un corso d’acqua carsico, in momenti cruciali della storia inglese e con modalità diverse – fino alla sua totale metamorfosi.

Processi analoghi si sono avuti in molti altri paesi, forse tutti – almeno in Europa – anche con notevoli conseguenze; basti ricordare che l’interesse di Marx per lo studio delle condizioni economiche della società partì dall’espropriazione dei diritti d’uso dei contadini nelle foreste della Renania. Ma è una caratteristica inglese che questa storia si sia svolta sostanzialmente nello stesso ambito territoriale e statuale, fin dalle sue origini, e che di essa si possa perciò tracciare un profilo sistematico.

[Per saperne di più…] su di noiCommon lands e storia dell’Inghilterra

Archiviato in: La città invisibile, Lucio Sponza Etichettato con: beni comuni, commons, Inghilterra, storia, storiografia

Beni comuni. Storia e presente: 9 ottobre 2015

08/10/2015

di sAm

Ricordiamo il primo incontro del ciclo Beni comuni. Storia e presente presentando gli abstract delle relazioni di Giacomo Bonan e Lucio Sponza. L’appuntamento è per venerdì 9 ottobre, presso la biblioteca di Marghera, dalle ore 16,30.

[Per saperne di più…] su di noiBeni comuni. Storia e presente: 9 ottobre 2015

Archiviato in: Agenda, Giacomo Bonan, La città invisibile, Luca Pes, Lucio Sponza Etichettato con: beni comuni, storiografia

Rapporto confidenziale sul mio internamento (giugno 1940)

15/01/2014

di Uberto Limentani, a cura di Lucio Sponza

Qualche giorno prima di Natale, Manlio Calegari ha commentato sul nostro sito l’intervento su Radio Londra, tenuto da Lucio Sponza all’ultimo “spunti-no storico” del 2013. Calegari si diceva curioso di sapere qualcosa di più sull’“illuminante” rapporto di Uberto Limentani citato nel testo; Sponza ha perciò deciso di fornirci la traduzione italiana della trascrizione integrale del documento. La pubblichiamo qui di seguito.

Rapporto confidenziale di U[berto] Limentani intorno al proprio internamento e all’affondamento della nave a vapore Arandora Star

Sono stato arrestato il 13 giugno e internato lo stesso giorno nel Campo di Internamento per Stranieri all’ippodromo di Lingfield [circa 30 chilometri a sud di Londra]. Sono stato messo con altre nove persone in un carro per il trasporto di cavalli; non è stata fatta alcuna distinzione fra rifugiati e altre persone, né allora né dopo; nove giorni dopo è stata resa disponibile una sistemazione migliore, ma all’undicesimo giorno dall’arresto sono stato trasferito al Campo di Internamento di Warth Mills [un cotonificio dismesso] di Bury, Lancashire. La sistemazione in questo campo era molto deplorevole e i servizi igienici erano insufficienti per i 1800 internati stipati in uno spazio molto limitato (nessuna possibilità di lavarsi per bene; dappertutto c’erano lo sporco e l’untuosità di una fabbrica abbandonata; praticamente inesistenti i gabinetti). Il cibo era spesso insufficiente sia a Lingfield che a Bury, e il pasto serale consisteva frequentemente di un po’ di pane, un pezzo di formaggio e una tazza di tè.

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Archiviato in: La città invisibile, Lucio Sponza Etichettato con: documenti, Radio Londra, seconda guerra mondiale, spunti-ni storici

La BBC “in bianco” e “in nero”. La propaganda britannica per l’Italia nella seconda guerra mondiale

18/12/2013

di Lucio Sponza

Pubblichiamo il testo dell’intervento che Lucio Sponza ha tenuto in occasione del terzo “spunti-no storico” di storiAmestre, edizione autunno 2013. Vista la sua lunghezza, ne presentiamo qui di seguito solo il primo paragrafo e la nota archivistica-bibliografica; chi volesse leggere il testo integrale, può scaricarlo in formato pdf cliccando qui.

Saranno tre, invece di due, le modalità della propaganda e la terza possiamo chiamarla “in grigio”, per rimanere nei termini cromatici del titolo. La prima, quella arcinota, è costituita dalle trasmissioni di Radio Londra; la seconda, quella “in nero”, è la propaganda clandestina; la terza, quella che utilizzava i prigionieri di guerra italiani sia come mezzo che come fine della propaganda (in “grigio-verde”?).

Radio Londra

La prima trasmissione in italiano fu effettuata dalla BBC (British Broadcasting Corporation) alla fine di settembre del 1938, subito dopo l’incontro a Monaco di Baviera dei “quattro grandi”. Non era un privilegio dell’Italia: furono iniziate anche trasmissioni per la Germania e per la Francia, nelle rispettive lingue. Che fosse coinvolta anche la Francia suggerisce che questi programmi non avessero tanto scopi di propaganda quanto di informazione. (Sul rapporto tra propaganda e informazione non è qui il caso di intrattenerci). 

[Per saperne di più…] su di noiLa BBC “in bianco” e “in nero”. La propaganda britannica per l’Italia nella seconda guerra mondiale

Archiviato in: La città invisibile, Lucio Sponza Etichettato con: antifascismo, fascismo, propaganda, radio, Radio Londra, seconda guerra mondiale, spunti-ni storici, storiografia

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