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Armando Gavagnin

Il 25 luglio 1943 a Venezia

24/07/2013

a cura di redazione sito sAm

Il 15 giugno 1934 una . Coreografia di regime? Senz’altro, ma non solo: anche consenso di massa e conformismo. Nove anni dopo, il 26 luglio 1943, nella stessa piazza si svolsero manifestazioni per festeggiare la caduta di Mussolini che, contrariamente alla catastrofe che ne sarebbe seguita, sembrava alimentare ogni speranza. Di quest’ultima giornata presentiamo tre documenti: un brano del diario di Franco Calamandrei che in quel periodo viveva a Venezia (lavorava all’Archivio di Stato); la cronaca pubblicata dalla “Gazzetta di Venezia” del 26-27 luglio 1943; un ricordo di Armando Gavagnin – pubblicato per la prima volta negli anni Cinquanta – che aveva già alle spalle quattro anni di carcere per antifascismo.

Non bastano scene di felicità a cancellare anni di passività e di silenzi: e la libertà è una pratica che va costruita nei rapporti sociali. Alcuni in quella giornata ci provarono.

[Per saperne di più…] su di noiIl 25 luglio 1943 a Venezia

Archiviato in: Armando Gavagnin, Franco Calamandrei, Letture, redazione sito sAm Etichettato con: anniversari, ricordi

8 settembre 1943: all’Arsenale di Venezia per chiedere armi

09/09/2012

di Armando Gavagnin, a cura di redazione sito sAm

Questo ricordo dell’8 settembre è di Armando Gavagnin (1901-1978), veneziano, che aveva alle spalle quattro anni di carcere per antifascismo. Dopo che molti marinai, scappati da Venezia a piedi lungo il ponte verso la terraferma, sono fatti prigionieri dai tedeschi, alcuni esponenti antifascisti – tra cui Gavagnin – tentano di arginare il disfacimento dell’esercito e di predisporre la difesa della città. Risultato inutile un colloquio con il prefetto, corrono all’Arsenale, dove sperano di trovare armi e di organizzare i soldati che si trovavano ancora nelle caserme.

Il martirio dei nostri fratelli avviati in campo di concentramento, chiusi in carro bestiame e spediti non come bestie, ma come cose, subì a Venezia una modificazione: soldati e marinai, con i relativi ufficiali, incolonnati, furono avviati a piedi lungo il ponte che si chiamava allora del Littorio e si chiama oggi della Libertà, affiancati da soldati tedeschi armati di mitra. Contemporaneamente transitavano per il porto piroscafi carichi di altri fratelli nostri, prigionieri e affamati.

Nella serata di quello stesso giorno 8 giunse notizia, non controllata, che i tedeschi fossero a Osoppo. Nella nottata seguirono febbrili trattative per la formazione di un corpo di volontari e al mattino del 9, in una riunione dei partiti convocata in casa dell’avvocato Cerutti, ancor prima che fosse noto il precipitare della situazione, fu deciso di mettersi decisamente all’opera. [Per saperne di più…] su di noi8 settembre 1943: all’Arsenale di Venezia per chiedere armi

Archiviato in: Armando Gavagnin, redazione sito sAm Etichettato con: 8 settembre, pagine scelte, ricordi, Venezia

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